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Licata, guardia costiera: «Sequestrate il depuratore»

Lunedì l’Arpa aveva annunciato che la chiazza rinvenuta alla foce era provocata da acqua non depurata. Nuovi prelievi

LICATA. Polizia e guardia costiera alla foce del Salso, ieri mattina, per verificare se l’acqua che veniva riversata nel sito era depurata o meno. Alcuni pedoni in transito sul ponte che si trova alla foce del fiume, ieri, guardando di sotto hanno notato che da un grosso tubo usciva dell’acqua di colore nero che finiva sulla spiaggetta sottostante e poi in mare. Hanno dato l’allarme e sul posto sono intervenuti gli agenti di una delle Volanti, coordinati dal dirigente Giovanni Minardi. I poliziotti hanno eseguito un sopralluogo e poco dopo sono arrivati i sottufficiali della guardia costiera i quali, come avevano già fatto l’altro sabato, hanno prelevato dei campioni di acqua dal tubo in questione. Già stamani li invieranno all’Arpa di Agrigento affinchè vengano eseguiti gli esami di rito, utili ad accertare se l’acqua che fuoriusciva dal tubo fosse depurata o meno.
Ovviamente tutti si augurano che il risultato degli esami sia diverso rispetto a quello sui campioni prelevati dieci giorni fa. Lunedì mattina l’Arpa di Agrigento ha inviato i risultati all’Ufficio circondariale marittimo e le notizie contenute erano tutt’altro che positive. Secondo l’Arpa, infatti, la chiazza nera che era stata rinvenuta alla foce del Salso era costituita da acqua non depurata, sversata accidentalmente dal depuratore comunale che si trova proprio nel punto in cui il fiume incontra il mare.
Ed è sulla scorta dell’esito delle analisi di laboratorio che il comandante della guardia costiera cittadina, il tenente di vascello Luca Montenovi, ieri pomeriggio ha trasmesso una dettagliata informativa di reato ai magistrati della procura della Repubblica di Agrigento. Sono tre le ipotesi di reato avanzate dall’Ufficio circondariale marittimo nei confronti di Girgenti Acque, ente che gestisce il depuratore comunale. Secondo la guardia costiera sarebbe stato violato il decreto legislativo 152 del 2006. Le altre due violazioni del codice penale contestate dai militari sono il “getto di cose pericolose”, ed il “danneggiamento di acque pubbliche”. L’informativa di reato è stata trasmessa al pm di turno in procura ed ora sarà compito di quest’ultimo verificare le contestazioni che la guardia costiera fa all’ente che gestisce le risorse idriche in provincia di Agrigento. Il comandante del porto, inoltre, ha confermato la sanzione amministrativa di 14.000 euro a Girgenti Acque, da pagare eventualmente in solido con il Comune, titolare dell’impianto di depurazione. Quest’ultimo ente, però, non si occupa della gestione.
Infine il tenente di vascello Luca Montenovi ha annunciato l’intenzione di chiedere ai magistrati agrigentini di valutare l’ipotesi di sottoporre a sequestro l’impianto di depurazione che si trova alla foce del fiume Salso.
Adesso è attesa, riguardo alle accuse che le vengono rivolte, la replica da parte di dirigenti e funzionari della società Girgenti Acque.

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