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Crisi ad Agrigento, calano
gli acquisti di farmaci e auto

«Abbiamo tentato - dice il segretario Massimo Raso - insieme alle altre forze sociali e imprenditorali, di aprire una piattaforma locale su cui avviare un ragionamento anche con Palermo e con Roma»

AGRIGENTO. I dieci indicatori scelti per l’analisi, parlano chiaro: negli ultimi sei anni, la provincia di Agrigento, sembra essere sprofondata in una sorta di baratro da cui cui sembra veramente difficile uscire. Il «Sole 24 ore» ha infatti analizzato tasso di disoccupazione, redditi, depositi in banca prezzi delle case, acquisti di auto e di beni durevoli, prestiti personale, acquisto di farmaci, numero dei laureati, rifiuti. La disoccupazione è salita del 26 per cento così come aumentato del 13, 2 per cento, è il numero dei laureati fra i 25 e i 30 anni. Diminuite del 63 per cento le immatricolazioni di auto nuove e del 16 per cento i consumo di beni durevoli e dei prezzi delle case. Aumentano del 97 per cento i depositi bancari, a testimonianza che le persone hanno paura a spendere e tendono a risparmiare e conservare quello che hanno. Cala infine anche la cifra spesa per l’acquisto di farmaci e di beni durevoli. L’analisi è stata commentata dalla Cgil provinciale che auspica ancora «un segnale di reazione a questa crisi». «Questi dati - dice il segretario generale Massimo Raso - indicano un peggioramento della condizione generale di vita di questa provincia. L’aumento della disoccupazione e la diminuzione del valore aggiunto, accompagnato alla diminuzione dei consumi segnalano senza dubbio che occorre che in questa nostra terra si rimetta mano con forza ad invertire il ciclo. La Cgil di Agrigento lo segnala da tempo ed ha sempre colto ogni occasione analoga per ribadirlo. Occorre rimettere mano alle politiche di sviluppo, agli investimenti nell’edlizia, settore autenticamente in ginocchio e occorre dare fondo a tutti i progetti cantierabili e a riprendere il ragionamento su strade, fogne, scuole, portualità».
Massimo Raso ricorda inoltre l’importanza di sbloccare gli interventi nei centri storici e nella definizione dei PRG e di far partire grandi interventi privati annunciati, dal rigassificatore agli alberghi nella zona di Sciacca e le stesse terme. «È possibile che, al netto di qualche apprezzabile intervento di pochi parlamentari - conclude il segretario della Cgil agrigentina - su nessuna di queste questioni abbiamo tavoli avviati con i livelli di governo? Noi abbiamo tentato, insieme alle altre forze sociali ed imprenditoriali, di riavviare un ragionamento circa una piattaforma provinciale su cui tentare di avviare un ragionamento con Roma e Palermo, abbiamo fatto perno sulla camera di commercio quale luogo nel quale queste forze si sono incontrate, abbiamo chiesto a gran voce l’aiuto ed il sostegno delle istituzioni. Nel frattempo è ripresa l’emigrazione e si è allargata la forbice della povertà: occorre darsi una smossa. Queste sono le vere priorità su cui deve confronatrsi e da cui deve ripartire la politica».

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