
CALTANISSETTA. Ventuno persone, tra cui un sostituto commissario di polizia, un assistente capo delle guardie carcerarie, due marescialli della guardia di finanza e un vigile urbano (finiti tutti in carcere) sono state arrestate, su ordine del gip di Caltanissetta, perché ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, concussione e frode informatica per una enorme truffa contro l'erario compiuta attraverso videogiochi taroccati e controllati dalla mafia.
A capo della presunta organizzazione dal giro d'affari milionario sarebbero tre fratelli imprenditori, Matteo, Salvatore e Luigi Allegro, arrestati, come la guardia carceraria, anche con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbero monopolizzato il settore dei videogiochi, imponendo i propri apparecchi ad esercenti e circoli ricreativi. Secondo le indagini, bastava un telecomando o un codice segreto per trasformarli in slot-machine o videopoker, eludendo il fisco, acquisendo incassi in nero e abbassando l'ammontare della vincita a discapito degli stessi giocatori. L'operazione della squadra mobile, denominata 'Le jeux sont faits 2', è stata disposta dal gip Maria Carmela Giannazzo, che, accogliendo le richieste della Dda, ha emesso 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due agli arresti domiciliari e 21 provvedimenti di interdizione dall' esercizio dell'attività di impresa a bar e circoli ricreativi ritenuti coinvolti nell'inchiesta. Altri militari della Guardia di finanza e alcuni dipendenti civili del ministero dell'Interno sono stati raggiunti da informazione di garanzia per corruzione, concorso in peculato e frode informatica. Analogo invito a comparire è stato emesso nei confronti di alcuni funzionari di banca per il reato di riciclaggio, in quanto secondo l'accusa omettevano sistematicamente le segnalazioni dovute per operazioni sospette.
Beni per un valore complessivo di 5 milioni di euro sono stati già sequestrati alla famiglia Allegro. "L'alto livello di penetrazione raggiunto da Matteo Allegro e dai suoi complici negli apparati di sicurezza preposti al controllo delle attività di gioco legale, sarebbe - secondo il capo della squadra mobile, Giovanni Giudice - la diretta conseguenza della potenzialità criminogena delle attività connesse comunque al gioco, ed alle scommesse, che movimentando enormi capitali spesso in contanti, costituiscono terreno da arare per le organizzazioni criminali stanziate su un territorio".
SEQUESTRATI BENI PER 5 MILIONI.
Beni di sospetta provenienza illecita, per un ammontare di cinque milioni di euro, sono stati sequestrati alla famiglia di Matteo Allegro, nell'ambito dell'operazione "Les Jeux sont faits" che ha permesso di scoprire una vasta truffa all'erario, con video giochi abusivi e slot-machine taroccate, nella quale si celavano gli interessi di Cosa Nostra e la complicità di esponenti infedeli delle forze dell'ordine.
I sigilli sono stati apposti a tre società del gruppo "Allegro, la "Eurogames 2000 S.r.l.", la "Bet Games Group S.r.l.", e la "Bet Games 2000 srl", nonché all'impresa individuale "Allegro Luigi", tutte con sede a Caltanissetta; sequestrati anche un bar, quattro appartamenti, una villa, un negozio, tre autorimesse, due appezzamenti di terreno, tutti
ubicati in territorio di Caltanissetta. Ed ancora: due appartamenti, undici quote di usufrutto su varie abitazioni e 23 quote di nuda proprietà su immobili, ricadenti nel comune di Campofelice Di Roccella, in provincia di Palermo. Sotto sequestro anche dodici autovetture di grossa cilindrata, sei motocicli e tre depositi di conto corrente bancario.
5 Commenti
rosario da+catania
09/10/2012 08:31
In Italia c'è molto, anzi, tantissimo da ricostruire, in termini di giustizia, di legalità e di fiducia. Ascoltando queste notizie non posso fare a meno di pensare agli abitanti nisseni, che in fondo in fondo non sono tanti, e quale effetto devastante può avere una cosa del genere.
taureng
09/10/2012 08:47
la cosa preoccupante è che quando la criminalità organizzata dimostra di avere legami con uomini delle istituzioni mi sembra strano che certi comportamenti o contatti apparentemente cordiali o di circostanza non vengano mai approfonditi perchè esiste la sudditanza psicologica che quello che occupa una funzione di rilievo viene talvolta trascurata come nel caso di magistrati civili e/o penali e ambiente forense. Mi convinco che fino a quando non capita l'elemento evidente non si vada tanto a fondo. Esiste una sorta di mentalità di istintiva solidarietà. Un esempio banale se nell'intercettazione si appura il poliziotto che risponde al telefono per un fatto occasionale si approfondisce se c'è l'indagato che parla via filo con il magistrato conoscente ect l'ipotesi di sospetto apparentmente insignificante viene subito scarta. Mi chiedo perchè ???
Andrea
09/10/2012 13:41
Evvai! Distruggiamo il sistema mafioso! denunciamo e segnaliamo altre attività illecite come queste. La Mafia ormai ha le ore contate! Fra 10 anni potremo raccontare ai nostri nipoti storielle come "uan volta c'era la Mafia". Io personalmente da commerciante mi sento veramente orgoglioso di questo risultato. Adesso si inizieranno a pagare tasse a caltanissetta. Ma c'è ancora molto da fare. Lo Stato porti in Sicilia ancora più Guardia di Finanza, Polizia e magistrati. Il colpo di coda se non si fa ora non si fa più!
saro
09/10/2012 17:52
giustizia e' fatta !!!
Maurizio
09/10/2012 19:14
Siamo d'accordo. Ma purtroppo per ogni siciliano che gioisce se la lotta alla mafia va avanti, ce ne sono almeno altri dieci che acclamano come un eroe Totò Cuffaro