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Eni di Gela, lunedì sciopero: alla manifestazione ci sarà la Camusso

GELA. Sciopero generale lunedì prossimo a Gela (Caltanissetta) contro le dismissioni annunciate dall'Eni e per chiedere interventi per lo sviluppo del comprensorio. Lo hanno proclamato Cgil, Cisl e Uil, che hanno anche organizzato una manifestazione alla quale parteciperanno la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, il segretario generale nazionale della Uiltec Uil Mario Pirani, il segretario generale della Cgil Sicilia, Maurizio Bernava. Il concentramento è in programma alle 9 davanti al museo archeologico, dove i tre sindacalisti terranno i comizi. Saranno presenti anche i segretari generali di Cgil e Uil Sicilia, Michele Pagliaro e Claudio Barone. L'iniziativa sarà presentata domani a Gela, in un conferenza stampa dei segretari locali di Cgil, Cisl e Uil, Giudice, Gallo e Mudaro, in programma alle 9.30 nella Camera del lavoro. Le segreterie provinciali dei tre sindacati hanno anche scritto una lettera ai sindaci della provincia per sollecitarne la presenza alla manifestazione con i gonfaloni dei rispettivi comuni e per chiedere la partecipazione anche dei consigli comunali e dei cittadini. «Questo - scrivono - per dare un segno tangibile della richiesta al governo nazionale di guardare con maggiore attenzione alle problematiche occupazionali del comprensorio e per esprimere l'esigenza di un rilancio produttivo delle nostre realtà». I sindacati segnalano che «dalla chiusura o dal ridimensionamento della raffineria deriverebbe la perdita non solo dei posti di lavoro del diretto e dell'indotto, ma anche l'impoverimento della città di Gela, con conseguenze nefaste per tutti: commercianti, artigiani, professionisti». Analoga lettera è stata inviata ai presidenti degli ordini professionali. «Al Presidente del Consiglio Renzi - afferma il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro - vogliamo dire che la vertenza Gela costituisce per il suo governo un banco di prova, ed è la possibilità di riscatto di una politica industriale nazionale che non ha mai guardato al Mezzogiorno».

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