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Case popolari a Caltanissetta
E' caccia ai morosi

È un esercito autentico di morosi quello che lo Iacp si trova ad affrontare con poche armi se non quelle legate a solleciti, diffide, convocazioni e rateizzazioni dei debiti pregressi

CALTANISSETTA. La soglia del 35 per cento è già stata superata abbondantemente. È un esercito autentico di morosi quello che lo Iacp si trova ad affrontare con poche armi se non quelle legate a solleciti, diffide, convocazioni e rateizzazioni dei debiti pregressi unico sistema per recuperare grosse somme di denaro sulle quali si regge l'istituto. Migliaia di inquilini dell'Istituto Popolari ormai non riescono ad onorare la scadenza mensile - e a volte lo fanno con abbondante ritardo - ingrossando così le file dei morosi. Si tratta di canoni cosiddetti politici (da un minimo di 52 euro ad un massimo di 202, tetto calcolato anche sulla scorta della fascia di reddito) che non possono essere ritoccati. Canoni, però, che lo Iacp non riesce ad incamerare soprattutto nelle due città più grandi del nisseno (Caltanissetta e Gela in prevalenza, ma anche a Niscemi) dove le punte di morosità sono elevatissime. Sono questi i centri dove l'istituto Case Popolari che deve recuperare qualcosa come tre milioni di euro incontra le difficoltà più grosse per convincere gli assegnatari morosi a rientrare dai debiti. Una situazione estremamente complicata che potrebbe sfociare in ordinanze di sgombero, ipotesi invero remota in un contesto sociale fortemente caratterizzato dalla recessione e dalla povertà. «Ci stiamo rendendo conto - ha spiegato l'architetto Calogero Punturo, direttore generale dell'ente - delle enormi difficoltà che hanno centinaia di famiglie per tirare avanti. Noi, purtroppo, non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo continuare nell'azione di recupero perchè l'ente si regge esclusivamente sui canoni e non abbiamo altri supporti economici». Ma c'è da fare conti quotidianamente con la crisi e con l'impossibilità, anche per i proprietari, di affittare locali da adibire ad attività commerciali. Anche gli enti pubblici che praticano prezzi "politici" oggi come non mai trovano evidenti difficoltà a trovare acquirenti (affittuari) per garage o comunque locali a pianoterra vuoti e alcuni da molto tempo. La crisi morde. E fra gli enti pubblici proprietari di diversi immobili spicca ovviamente lo Iacp costretto adesso a rivedere canoni d'affitto con la previsione di sostanziosi abbattimenti per chi vorrà intraprendere attività economiche. «Anche il mondo del commercio arranca - ha aggiunto Punturo - e per gli operatori economici riescono a pagare i canoni d'affitto con difficoltà e con ritardo e noi in questa ottica cercheremo di dare una mano d'aiuto sia a chi ha un'attività ce l'ha sia a chi vuole avviarne di nuove. Stiamo studiando formule incentivanti». L'Istituto Case Popolari si appresta a pubblicare un bando per l'affitto di locali commerciali, in città e in provincia, dove è previsto un abbattimento del venti per cento degli affitti praticati fin qui. E di locali da affittare lo Iacp ne possiede parecchi anche se il mercato immobiliare in questo particolare periodo sembra attraversare un periodo di stasi. E segnano decisamente il passo anche le attività commerciali con tanti piccoli negozi, di abbigliamento e del settore alimentare, che stanno chiudendo inesorabilmente e nel più assoluto silenzio provocando la quasi desertificazione del centro storico.  

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