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Matrimoni, fuga di massa dall’altare a Piazza: il 2013 segna ancora il «sì» al ribasso

PIAZZA ARMERINA. Crolla sempre più il numero delle nozze nella città dei mosaici con l'anno appena trascorso che ha fatto segnare il picco più basso degli ultimi decenni. Calati quasi del 50 per cento i matrimoni negli ultimi 15 anni, mentre nell'ultimo biennio la diminuzione è stata del 25 per cento. Sembrano lontanissimi i tempi del 1998, quando furono 162 i matrimoni in un anno. Il 2013 si è chiuso solo con 87 matrimoni, 19 civili e 68 religiosi, nel 2012 erano stati appena dieci in più, 97, mentre nel 2011 le nozze celebrate in città ammontavano a 115. Aumento progressivo del costo della vita, disoccupazione giovanile altissima, crisi economica, salari bassi e una nuova fase migratoria in uscita hanno portato in appena tre lustri a un dimezzamento delle coppie disposte a fare il grande passo. Già il 2012 aveva fatto registrare un minimo storico di matrimoni rispetto ai numeri degli ultimi decenni. Il dato del 2013, fornito dall'Anagrafe del comune armerino, fa registrare una ulteriore e drastica diminuzione. Statistica che è meno amaro se si considerano anche i 21 matrimoni celebrati l'anno scorso in altri comuni e regioni italiane da parte di sposini con la residenza armerina. Si tratta di cifre destinate a non cambiare molto, almeno nel breve periodo. Che il numero delle nozze nella città dei mosaici fosse in progressivo calo si era capito già da alcuni anni, con un 34 per cento in meno nel decennio 1998-2008. Ma al peggio non c'è mai fine, soprattutto quando si parla di dati statistici e ai vecchi dati negativi se ne sono aggiunti di nuovi. Il 2010 aveva già mostrato un ulteriore calo dello scambio degli anelli e segnato un primo minimo storico con soli 97 matrimoni a fronte dei 129 del 2009. Un calo continuo, maturato in modo progressivo di anno in anno, con un decremento di circa cinque matrimoni in meno ogni dodici mesi. Picchiata verso il basso nello scambio degli anelli, un innalzamento progressivo dell'età media in cui ci si sposa e nuclei familiari con sempre meno figli. E un indotto economico legato al business dei matrimoni che paga a caro prezzo questa sorta di "paura d'amare". Il calo dei matrimoni vuol dire anche calo delle nascite, quindi diminuzione della popolazione: non è un caso che proprio il 2012 e i primi sei mesi del 2013 hanno fatto segnare per la prima volta dopo un decennio il calo degli abitanti. Per la prima volta si abbassa pure il numero degli stranieri residenti. Il pesante pessimismo sociale ed economico dell'ultimo anno non aiuta certo ad un'inversione di marcia nel breve periodo.

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