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Piano Industriale Messinambiente, ok dalla giunta: costi per 42 milioni

Approvato il nuovo strumento per l’anno in corso. L’amministrazione ha revocato il provvedimento finanziario dell’ex commissario Croce

MESSINA. Sottoscritto il nuovo Piano Industriale 2013 da poco più di 42 milioni di euro della Messinambiente. Ieri l'amministrazione Accorinti ha dato l'ok ai documenti sui finanziamenti che il Comune deve per l'anno in corso alla società che si occupa di raccogliere e smaltire l'immondizia. In questo momento la città scarica i solidi urbani al sito di Motta Sant'Anastasia, in provincia di Catania, dopo la chiusura dei cancelli di Mazzarrà Sant'Andrea a opera della Tirrenoambiente. Il commissario della Messinambiente, Armando Di Maria, ha siglato senza riserve l'atto che per il periodo che va dal primo gennaio 2013 al 30 settembre 2013 dovrà ricevere dal Comune 32.009.288,43 euro. Dal primo ottobre e fino al 31 dicembre prossimo la spesa a carico di Palazzo Zanca per le attività della Messinambiente ammonterà a 10.000.404,18 euro. La giunta Accorinti, su delibera, ha revocato il provvedimento n.513 del 19 giugno scorso dell'ex commissario Luigi Croce rimodulando i fondi per la società che oggi è al 100% con capitale comunale e che è stata posta dall'ex giunta Buzzanca in liquidazione. La città pagherà per tutto il 2013 un totale dei servizi pari a 42.009.692,61 e l'amministrazione ha spiegato nella delibera che troverà copertura finanziaria secondo i decreti della Tares, la nuova tassa sui rifiuti introdotta dal governo nazionale.
Nel frattempo sono in corso le analisi dei consiglieri comunali della commissione Bilancio sui costi di Ato3 e Messinambiente dal 2007 a oggi. La documentazione è già stata trasmessa dal dirigente del dipartimento Rapporti con le Società partecipate, Antonio Cama che è attualmente Ragioniere generale di Palazzo Zanca, dopo la richiesta del presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile seguita alla seduta del 22 agosto. Per il contenzioso generale tra Messinambiente e Ato3, il commissario della Messinambiente Armando Di Maria e il direttore tecnico Antonino Miloro hanno consegnato agli esponenti politici una relazione sui rapporti finanziari con l'Ato3. Secondo quanto descritto da Di Maria e Miloro i problemi nacquero quando la prima perizia di finanziamento, prima di competenza comunale, siamo nel 2005, venne sottoposta per legge all'Ato3 e non più al Comune portando la spesa da 30 milioni di euro l'anno per i servizi della Spa a circa 26 milioni. Con la perizia del 2006 il compenso annuo alla Messinambiente scese a 24,5 milioni, poi ridotto a 19,7 milioni e infine assestato a 21,720 milioni. Anche le perizie 2007 e 2008 vennero contestate all'Ato3 dalla Messinambiente. I compensi furono drasticamente ridotti a 23,7 milioni di euro. Per il 2010 e il 2011 la perizia indicò fondi pari a 25,3 milioni. Nel febbraio 2012 l'assemblea dei soci, sindaco Buzzanca, deliberò la messa in liquidazione della Messinambiente.
L'ente di Di Maria contesta pure le competenze dell'Ato3 (oggi commissariata dalla Regione per la chiusura e la nascita delle Srr, le Società Regolamentazione Rifiuti) come l'aver preso anche gli affidamenti delle attività legate alla gestione dei servizi che sarebbero dovuti restare in capo al Comune secondo l'articolo 113 del decreto legislativo 267 del 2000.

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