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Traffico illecito di rifiuti nel Messinese: otto misure cautelari

MESSINA. I carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), insieme a quelli del Nucleo operativo ecologico di Catania, hanno eseguito otto misure cautelari in diversi comuni della Sicilia e a Napoli nei confronti di altrettante persone accusate di traffico illecito di rifiuti. Tre di loro sono agli arresti domiciliari, quattro hanno l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria, uno ha l'obbligo di dimora. E' stato anche disposto il sequestro preventivo di una ditta che produce succhi di frutta e di diversi autocarri utilizzati per il trasporto illecito di rifiuti.

Secondo quanto emerso dall'inchiesta gli indagati avrebbero ceduto, smaltito e gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali costituiti dalla trasformazione industriale degli agrumi, guadagnando circa due milioni di euro.
Le persone arrestate  nell'operazione 'Last Orangè e accusate di traffico illecito di rifiuti sono Nunzio Calabrò, 73 anni, Sebastiano Conti Mammamica, 46, e Antonino Mazzeo, 46; obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per lo stesso reato per Fortunato Arcoraci, 68 anni, Salvatore Crinò, 46, Mario Pantè, 54 anni, Giovanni Floramo, 61 anni, e obbligo di dimora
per Giuseppe Triolo, 38 anni. Sequestrata anche la società «Canditfrucht spa» con sede in Barcellona Pozzo di Gotto e affidata ad un amministratore giudiziario, e  vari autocarri
utilizzati per il trasporto illecito dei rifiuti.
Per tutti gli indagati l'accusa è quella di avere, trasportato, ceduto, smaltito e comunque gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da scarti provenienti dalla trasformazione industriale degli agrumi, traendone un ingiusto profitto, quantificato in circa 2 mln di euro, derivante dal minor onere economico sostenuto rispetto all'avvio a regolari forme di smaltimento.
In particolare, Calabrò amministratore della «Canditfrucht S.p.a», avrebbe consentito lo smaltimento di rifiuti, anche attraverso documentazione utile a mascherare la natura di rifiuto del «pastazzo» dietro una fittizia compravendita di mangime animale. Calabrò avrebbe anche smaltito rifiuti liquidi derivanti dalla trasformazione degli agrumi nel depuratore comunale di Barcellona P.G. attraverso una condotta interrata realizzata ad hoc.

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