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Vulcano, esposto contro il nuovo depuratore

VULCANO. Per il nuovo depuratore sempre piu' contestato , esposto degli ambientalisti al ministero dell'ambiente, alla Regione e ai carabinieri del Noe. E' stato firmato dal presidente del WWF Sicilia Angela Guardo, dal presidente dell'associazione Mediterranea per la Natura Deborah Ricciardi e dal presidente regionale di Italia Nostra Leandro Janni. L'impianto che si sta realizzando ai piedi del cratere era già contestato da alcuni isolani guidati "dall'eolian-francese" Christine Berart, dal consigliere Pietro Lo Cascio, la Sinistra Eoliana e anche il sindaco Marco Giorgianni, pur ritenendo l'opera utile, aveva richiesto chiarimenti alla Regione. Fatto sta che l'isola di Vulcano già affollata di turisti è un "cantiere" a cielo aperto e nei giorni scorsi è intervenuto il sottosegretario dell'ambiente Silvia Velo che ha puntualizzato che è stato l'Unesco che ha voluto il depuratore. E ha ricordato che "alle Eolie dove si realizza il depuratore è sempre contestato, perché tutti i luoghi sono naturalistici". Gli ambientalisti hanno richiesto l' urgente sospensione dell'autorizzazione Via (valutazione di impatto ambientale) rilasciata al progetto del depuratore.
"Da qualche mese - hanno puntualizzato - sono iniziati i lavori nonostante siano state inviate, durante l'iter autorizzativo, puntuali osservazioni sulla "Valutazione di Incidenza" non conforme a quanto richiesto dalle norme vigenti. Il progetto inoltre è stato approvato su "Valutazione di Incidenza" che non ha mai segnalato - in nessuna delle pagine che la compongono - la presenza di habitat priotario, , ovvero il pantano, ben evidenziato nel Piano di Gestione. "Pertanto, il proseguo delle opere qualora le stesse danneggino direttamente e/o indirettamente l'habitat prioritario, - continuano - potrebbe configurare la violazione dell'art. 733 bis del codice penale. Si fa presente che il WWF e la LIPU hanno presentato un corposo reclamo alla DG Ambiente dell'Unione Europea, per violazione dell'art. 6 comma 2 (Direttiva 92/43/CE) e art. 4 comma 4 (Direttiva 147/2009) con molti casi siciliani e il proseguimento delle opere rischia di aggravare il possibile contenzioso comunitario, con possibile ulteriore danno erariale". Hanno quindi richiesto all'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente "di sospendere in autotutela l'autorizzazione rilasciata e i lavori in corso per procedere all'attuazione di una variante, supportata da corretta "Valutazione di Incidenza", che tenga in debito conto le valenze naturalistiche oggi pericolosamente a rischio; al Ministero dell'Ambiente di intervenire presso la Regione Sicilia per richiamare al rispetto delle norme comunitarie e le leggi di recepimento, che vedono con preoccupante costanza l'approvazione di progetti sulla base di Valutazioni di Incidenza non corrispondenti alle normative vigenti e ai carabinieri del NOE di intervenire al fine di scongiurare la distruzione di un importantissimo habitat protetto dalla normativa vigente (comunitaria, nazionale e regionale) e di accertare eventuali responsabilità penalmente rilevanti". Il depuratore di Vulcano come anche quello di Lipari e i due dissalatori sono stati finanziati dal ministero dell'ambiente con oltre 50 milioni di euro. E i lavori sono in corso. B. L.

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