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Lipari ci prova: ticket per i turisti mordi e fuggi

È una battaglia quotidiana, che gli eoliani rischiano di perdere non sapendo più come fronteggiare i flussi turistici, ormai incontrollati. Troppe 5 mila presenze giornaliere a Stromboli

LIPARI. L’ombelico del mondo, d’estate, è alle isole Eolie. E arrivao in tanti, forse troppi, tra magnati con mega yacht, vip ed èlite, turisti, giovani che fanno vita notturna, escursionisti giornalieri. Per le sette isole - soprattutto per Lipari, l'isola maggiore dell'Arcipelago - è tempo di scelte. Marco Giorgianni, sindaco di Lipari: «La prima da fare e che abbiamo tentato di attuare anche nel recente passato - dice - è di ridimensionare lo "sbarco selvaggio" dei turisti mordi e fuggi. Isole come Stromboli o Panarea non possono sopportare 5 mila presenze al giorno. Specie Stromboli che è a rischio vulcanico. Mi fa piacere che è d'accordo Raffaele Ranucci, senatore Pd che ha già sollecitato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. L'ideale sarebbe un ticket di 5 euro anche per risanare le casse comunali e far pagare meno tasse ai cittadini». Luca Chiofalo, operatore economico: «Questo turismo piace alle orde di giovani che allegramente ci invadono, colorando e movimentando le giornate liparote. Piace anche a noi, infatti facciamo di tutto per venire incontro al disordine interiore della maggior parte degli ospiti agostani (che vorremmo, confessiamolo, anche negli altri mesi), e tutto ci viene spontaneo e naturale, dall'accattonaggio per ogni servizio all'occupazione di ogni spazio possibile per la vendita della propria mercanzia, in una sospensione condivisa della legalità che rappresenta un esempio unico nel già "rilassato" panorama nazionale, che però nessuno, molto stranamente, si spinge a imitare. Invidia della nostra libertà...?». Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore, vacanziero eoliano dice: «Mi è rimasta dentro una festa di popolo, nel giorno di Ferragosto, a metà del corso di Lipari tra quattro o cinque magnolie, sotto i balconcini, davanti al cafè "La Precchia". Centinaia di uomini e donne di ogni età cantano e ballano fino a notte, in strada tra i tavolini, a volte sopra, con un repertorio che parte dagli anni Sessanta e arriva ai giorni nostri scelto dal cantante chitarrista». Bartolomeo Spinella, medico, aggiunge: «Il nostro turismo dovrebbe far riflettere gli amministratori, i gestori degli esercizi pubblici e tutti i cittadini. Quando ci si interroga del turismo che vogliamo dovremmo non avere il prosciutto sugli occhi e capire che se noi Eoliani non rispettiamo il nostro ambiente, gli altri non ci rispetteranno. Non sappiamo dare l'esempio, crediamo che il pubblico non appartenga a ciascuno di noi. Manchiamo di educazione civica. E poi ci chiediamo che turismo vogliamo... Prima guardiamoci dentroZ. Salvatore Leone, avvocato, dice: «Si desidera solo che ciascuno possa vivere le isole, nei giorni di agosto, proponendo lo stile della propria libera vacanza per libera scelta senza ore e senza orari. Ma con educazione e che ciascuno si porti dietro i propri comodi con i comodini contenenti i propri rifiuti morali e materiali. Le Eolie non scelgono, sono scelte da questi turisti, mentre agli eoliani non resta che capire chi sono quelli che la vogliono cruda e quelli che la vogliono cotta. Cosi è solo al sangue».

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