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Omicidio di mafia a Palermo, gli investigatori: ordine dal carcere

Le indagini sull’uccisione di Francesco Nangano, ieri sera in via Messina Marine. L'anno scorso, aveva subito un attentato nell'autosalone che gestiva poco distante dal luogo in cui è stato assassinato

PALERMO. L'ordine di uccidere Francesco Nangano, il presunto boss di Brancaccio assassinato ieri sera a Palermo, sarebbe arrivato dal carcere. E' questa la pista che è stata subito imboccata dagli investigatori alle prese con un nuovo delitto di mafia in città dopo oltre due anni di "tregua". Le modalità dell'agguato, la freddezza dei killer hanno lasciato pochi dubbi al sostituto procuratore Gaetano Paci che coordina le indagini e al capo della omicidi della questura di Palermo Carmine Mosca. Sei i bossoli calibro 9 per 21 millimetri trovati dalla scientifica ieri nel corso del sopralluogo; cinque hanno raggiunto al corpo Francesco Nangano che era appena uscito dalla macelleria Da Gigi in via Messina Marine per la consueta spesa.
Due killer a bordo di una moto e con i caschi integrali lo hanno atteso fuori. Appena è salito in auto lo hanno affiancato e ucciso. Non sono neppure scesi dalla moto come hanno raccontato alcuni testimoni. Un delitto dalla modalità tipicamente mafiose. Ma per la giustizia Francesco Nangano, che ufficialmente faceva il commerciante d'auto, era invece solo un detenuto assolto da tutte le accuse e dunque ingiustamente detenuto per quattro anni, tanto da ricevere un risarcimento di 270 mila euro. Nel 2005, Nangano si era scrollato di dosso l'accusa di essere stato un mafioso del clan Brancaccio, e soprattutto un assassino. Il commerciante da mesi era nel mirino. L'anno scorso, aveva subito un attentato nell'autosalone che gestiva poco distante dal luogo in cui è stato ucciso. Freddato nel suo quartiere per contrasti, secondo gli inquirenti, con la famiglia mafiosa di Brancaccio, decapitata nel novembre del 2011 dall'operazione Araba Fenice, con la quale vennero smantellati i vertici del mandamento mafioso di Brancaccio.     
Nangano è stato ucciso in modo plateale, come Giuseppe Calascibetta, ritenuto il capo mandamento della famiglia di Santa Maria di Gesù. L'omicidio avvenne nel settembre del 2011. Si temeva una nuova guerra di mafia. Così scattò l'operazione Araba Fenice che pose fine alle ostilità tra clan. Almeno fino a ieri sera.

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