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Rifiuti, a giudizio Cammarata e gli ex vertici Amia

Il processo per disastro ambientale comincerà il 19 giugno davanti alla quarta sezione del tribunale e nasce da un’inchiesta sulla discarica di Bellolampo

PALERMO. Il gup Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio l'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata e altre 10 persone, tra cui gli ex vertici dell'Amia, per disastro ambientale, avvelenamento di acque, discarica abusiva, traffico di rifiuti e abuso d"ufficio. Il procedimento nasce da un'inchiesta sulla discarica di Bellolampo. Il processo comincerà il 19 giugno davanti alla quarta sezione del tribunale. Oltre a Cammarata sono stati rinviati a giudizio Gaetano Lo Cicero e Vincenzo Galioto, ex presidenti del cda dell'Amia, Orazio Colimberti e Nicolò Gervasi, ex direttori generali della società, i dirigenti dell'azienda Pasquale Fradella, Antonino Putrone e Fabrizio Leone, Aldo Serraino, dirigente della partecipata Amia Essemme, Luigi Graffagnino e Mario Palazzo, funzionari dell'Amia. L'inchiesta, condotta dal pm Geri Ferrara, accertò l'esistenza all'interno della discarica di un grosso lago di percolato, infiltrato nelle falde acquifere. Agli imputati, a vario titolo e ciascuno per il ruolo ricoperto, si contestano una sfilza di reati ambientali derivati dalla cattiva gestione della discarica, affidata alla ex municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti. Cammarata e Lo Cicero, inoltre, sono anche accusati di abuso d'ufficio: avrebbero rimosso dall'incarico un dirigente della società che imponeva il rispetto delle norme per il conferimento dei rifiuti e per il loro smaltimento. All'udienza preliminare si è costituito parte civile anche il sindaco di Palermo Luca Orlando. Sulla gestione della discarica e sulla formazione di un nuovo lago di percolato la procura ha aperto una nuova inchiesta che ha portato al sequestro di Bellolampo. Il fascicolo è ancora a carico di ignoti. La discarica è stata affidata alla Regione

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