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Amia, il tribunale dichiara il fallimento

La notizia è confermata dall'azienda: gli ufficiali giudiziari stanno andando a notificare il provvedimento ai commissari

PALERMO. Il tribunale di Palermo ha dichiarato il fallimento dell'Amia, la municipalizzata che
gestisce la raccolta dei rifiuti a Palermo. La notizia è confermata dall'azienda: gli ufficiali giudiziari stanno andando a notificare il provvedimento ai commissari.

Da alcune settimane a Palermo è allarme per i rifiuti accatastati in diverse zone e cittadini esasperati da giorni bruciano immondizia e cassonetti cercando di eliminare i cumuli o protestano gettando i cassonetti al centro delle carreggiate bloccando il traffico. I dipendenti dell'Amia, infatti, dicendosi preoccupati per il prossimo fallimento - oggi decretato - sono in stato di agitazione, con blocco dello straordinario, e organizzano assemblee.

Amia e Amiaessemme, aziende preposte al trattamento dei rifiuti e alla pulizia di strade e caditorie, hanno 2.252 dipendenti e un buco di 125 milioni di euro (anche se i tre commissari
straordinari parlano di decine di milioni di crediti vantati nei confronti dei comuni). Un numero esorbitante, spesso contestato da diversi esponenti politici.

Per risolvere la questione il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, aveva ipotizzato due opzioni: la dichiarazione di fallimento e contestuale nomina di un curatore fallimentare da parte del tribunale che dovrebbe anche incaricarlo di assicurare la prosecuzione dei servizi e delle attività, mentre il Comune ne garantirebbe la copertura economica, o in alternativa la requisizione della società da parte del Prefetto che dovrebbe affidarla al Comune.

Nel provvedimento di fallimento dell'Amia, motivato con le eccessive perdite dell'azienda, il tribunale dispone l'esercizio provvisorio dell'attività fino al 15 giugno. Data che potrebbe essere prorogata. I giudici hanno nominato tre curatori fallimentari per Amia - Mario Serio, Andrea Gemma e Paolo Bastia e uno per la società satellite Amiaessemme, Francesco Macario -: spetterà a loro gestire il fallimento. La dichiarazione del tribunale segue il rigetto della proposta di concordato preventivo fatta dal Comune.

Dopo la dichiarazione di fallimento dell'Amia il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha espresso il proprio rammarico per una soluzione "divenuta ormai inevitabile a causa della gestione prima ordinaria e poi straordinaria degli ultimi dieci anni, rivelatesi del tutto
inadeguate e sulle quali ho sollecitato più volte interventi di vigilanza e controllo da parte degli organi competenti". "Ho già parlato con il Prefetto - ha detto Orlando - ed ho già chiesto di incontrare quanto prima la Curatela fallimentare, cui spetta, d'intesa con il Tribunale, di assumere le prossime decisioni. Al Prefetto ho già manifestato, e ai curatori fallimentari manifesterò, ancora una volta la necessità che siano adottati tutti i provvedimenti urgenti ed
indispensabili affinché alla città sia garantita la continuità della raccolta dei rifiuti. Allo stesso tempo - conclude Orlando - ho ribadito e ribadirò in modo chiaro che il Comune è pronto a fare tutto quanto necessario e di propria competenza per garantire i servizi di igiene ambientale e dare garanzie ai lavoratori dell'Amia".

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