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Arresti per riciclaggio a Palermo, c’è un magistrato del Tar e Lapis

Sono 34 i fermi della Guardia di Finanza: l’inchiesta è per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e abusiva attività finanziaria. Coinvolti pure due carabinieri, commercialisti e funzionari di banca. Sequestrata valuta straniera per oltre 11 milioni. Indagato anche un funzionario regionale. Il governatore Crocetta: "Saremo parte civile"

PALERMO. Trentaquattro arresti e ottantacinque di perquisizioni sono in corso di esecuzione da parte della Guardia di Finanza. L'inchiesta, diretta dalla Procura di Palermo, è per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e abusiva attività finanziaria. Sono coinvolti un magistrato del Tar del Lazio, avvocati, commercialisti e funzionari di banca. Il giudice amministrativo che è stato arrestato è Franco Angelo De Bernardi, da anni in servizio al Tar del Lazio. Fra i fermati anche due carabinieri i quali, secondo l'accusa, avrebbero offerto un significativo apporto in illecite operazioni di cambio valuta. Agli indagati è contestato, a vario titolo, il reato di associazione a delinquere finalizzato al riciclaggio «attraverso l'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria e attraverso l'uso di artifici diretti a eludere il sistema della tracciabilità delle operazioni finanziarie aggirando il circuito bancario». Ad alcuni degli indagati viene contestata anche l'associazione a delinquere finalizzata all'importazione e al commercio in Italia di oro.

Gli arresti e le perquisizioni sono eseguite dai militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. I provvedimenti sono stati firmati dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro, che ha accolto le richieste della procura della Repubblica. Tra gli arrestati figurano Gianni Lapis, noto per essere stato il commercialista di Massimo Ciancimino nonchè ritenuto in passato prestanome e tributarista dell'ex sindaco di Palermo condannato per mafia, Vito Ciancimino, e Vittore Pascucci, già coinvolto in altre inchieste giudiziarie. Lapis, coinvolto in passato in una indagine analoga su un maxi riciclaggio di denaro, sarebbe la mente dell'organizzazione che tentava di ripulire denaro sporco attraverso la compravendita di valuta estera.

L'indagine svela il ruolo del giudice del Tar del Lazio Franco De Bernardi, tra gli arrestati: avrebbe ospitato nel suo ufficio i summit dell'associazione e avrebbe accreditato l'agente sotto copertura come rappresentante dell'organizzazione camorristica interessata ad acquistare la moneta estera per riciclare il denaro. Il giudice avrebbe tenuto, poi, i rapporti con altri due indagati, Giuseppe Abbondandolo e Alessandro Tufo, per importare in Svizzera milioni di dollari illecitamente. L'ufficio di De Bernardi è stato perquisito per oltre due ore. Sono stati apposti i sigilli nella stanza del magistrato e prelevati i documenti alla presenza del pm di Palermo Dario Scaletta e del collega romano Stefano Pesci. Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, intanto, organo di disciplina e autogoverno dei giudici amministrativi, sta verificando la posizione di De Bernardi. Scopo dell’indagine interna sarebbe quello di procedere formalmente alla immediata sospensione del magistrato coinvolto nell'inchiesta.

L'organizzazione criminale - nella quale per mesi si è infiltrato un finanziere che utilizzava il nome falso di Luca Di Lauro e fingeva di essere il «rappresentante» di un gruppo camorristico che aveva la disponibilità di decine di milioni di euro in contati depositati in Italia e all'estero - operava in tutta Italia e anche all'estero. Era dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e strumenti di pagamento, ed inoltre a illecite movimentazioni finanziarie e di capitali anche transnazionali.

L'attività investigativa, diretta dal procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi e dai sostituti procuratori Daniele Paci, Lia Sava e Dario Scaletta, ha portato all' esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di 12 ordinanze di arresti domiciliari. Tra gli arrestati, anche persone che operavano nell' area dell'intermediazione finanziaria e che, secondo gli inquirenti, facevano capo a Lapis. Gli avvocati, il giudice del Tar e i due carabinieri arrestati, dietro la prospettiva di lauti compensi - secondo gli investigatori - avrebbero offerto il proprio apporto nella programmazione e nella realizzazione degli affari di cambio valuta di provenienza illecita.

Le indagini hanno già permesso di sequestrare valuta straniera (principalmente dollari Usa, won nord-coreani e franchi svizzeri), per un controvalore complessivo superiore a 11 milioni e mezzo di euro e di denunciare 93 persone. Le attività della guardia di finanza, hanno interessato le province di Palermo,  Roma, Torino, Aosta, La Spezia, Milano, Varese, Como, Verona, Vicenza, Padova, Modena, Firenze, Arezzo, L'aquila, Frosinone, Benevento, Napoli, Crotone, Cosenza, Messina e Catania. La parte più ampia dell'indagine verrà trasferita alla procura di Roma competente per territorio. A Palermo rimarrà la tranche relativa al commercio di oro che coinvolge, tra gli altri, il tributarista di Vito Ciancimino Gianni Lapis.

TRA GLI ARRESTATI ANCHE UN FUNZIONARIO DELLA REGIONE. C'è anche un funzionario della Regione siciliana, Leonardo Di Giovanna, tra i 34 arrestati dalla Guardia di finanza. Il funzionario, insieme ad altre 11 persone, è ai domiciliari.

CROCETTA: LA REGIONE SARA’ PARTE CIVILE. «Ringraziamento e il più vivo apprezzamento nei confronti della magistratura palermitana e della Guardia di Finanza che ha sgominato una centrale di riciclaggio e ha arrestato 34 persone» viene espresso dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. «Tra gli arrestati figura Leonardo Di Giovanna, dipendente del settore beni e servizi della Regione siciliana, che è stato già sospeso, ed è proprio su quest'ultimo arresto che pongo la mia attenzione. L'arresto di Di Giovanna mostra il livello pericoloso di infiltrazioni che esistono all'interno della macchina burocratica regionale, la necessità di rafforzare le misure necessarie di controllo monitoraggio e rotazione». Crocetta annuncia che «entro oggi verranno presi necessari provvedimenti cautelativi a difesa della Regione e della sua immagine, che il governo regionale si costituirà parte civile nell'eventuale procedimento penale a carico del dipendente e che attuerà sin da oggi provvedimenti adeguati». Il governatore annuncia inoltre che «il settore beni e servizi del cerimoniale, sarà oggetto nei prossimi giorni di una rotazione molto ampia, quasi totale, a tutela dell'immagine della Regione e degli stessi lavoratori».

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