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La Corte dei conti: Palermo a rischio crac

La sezione di controllo impone a Orlando misure drastiche. la replica: troveremo una soluzione. Allarme dei magistrati contabili per le spese del Comune su precari e partecipate: «Ha sforato i parametri»

PALERMO. La spesa per i precari è talmente alta da superare i limiti imposti da tutte le leggi nazionali ma sui conti pubblici pesano soprattutto le gestioni «senza controllo» delle principali società partecipate che rischiano di compromettere il bilancio del Comune di Palermo. La sezione di controllo della Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, mette sul tappeto le emergenze frutto delle gestioni passate e impone all’amministrazione Orlando di provvedere. Il risultato saranno misure per nulla indolore visto che le manovre di risanamento e i tagli messi in atto finora sono «lungi dal costituire interventi strutturali e ben più modestamente riproducono divieti imposti da leggi nazionali». Una situazione che - come emerso anche dal giudizio di parifica sui conti della Regione - fotografa l’emergenza in cui versano quasi tutti gli enti locali.


Per i contratti a tempo determinato il Comune di Palermo ha speso l’anno scorso 12 milioni e 828 mila euro e così facendo, scrivono i magistrati, «l’amministrazione non si è adeguata a una norma del 2010 che imponeva di non spendere più della metà di quanto investito nel 2009». E poichè in quell’anno la spesa fu di 9 milioni e 621 mila euro, lo sforamento attuale è del 133%. La Corte ammette che sono possibili delle deroghe, soprattutto per i precari in via di stabilizzazione, ma impone al Comune di «assicurare la riduzione della spesa». Il sindaco non dovrà licenziare ma «sarà tenuto, alla scadenza dei contratti, a non superare per i rinnovi la spesa del 2009».


E qualcosa andrà rivisto anche per i 1.722 operai Gesip. La Corte dei conti solleva perplessità sul recente accordo Stato-Regione-Comune che prevede la cassa integrazione e poi il reimpiego con una integrazione salariale. Ma per i magistrati «l’accollo da parte del Comune di questi oneri può essere giustificato solo se trova riscontro nella prestazione da parte degli operai degli stessi servizi affidati alla Gesip». In ogni caso la Corte dei conti invita il Comune «a dotarsi di un efficiente sistema di rilevazione delle prestazioni rese, che dimostri contabilmente la proficuità della spesa sostenuta». Il Comune prova a rinviare l’emergenza: «La Corte - spiega l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato - conferma che i contratti in vigore sono salvi. Dunque alla loro scadenza, a partire dal 2014, troveremo una soluzione. Senza dimenticare che la legislazione in materia è molto in evoluzione...».
Ma la Corte si dice preoccupata soprattutto per il buco nelle partecipate «che in mancanza di misure correttive adeguate e tempestive avrà pesanti conseguenze per le finanze comunali e la continuità dei servizi resi ai cittadini».


Secondo la Corte dei conti, l’Amia ha un indebitamento che raggiunge i 223 milioni e mezzo. E Gesip e Amat si attestano sui 14 e 117 milioni. Alcuni debiti trovano corrispondenza nei crediti e nello stesso bilancio comunale ma il fatto che il Comune sostanzialmente non controlli l’operato di queste società porta a «disallineamenti» nei bilanci che potrebbero scaricare su Palazzo delle Aquile almeno 65 milioni di debiti. Una bomba a orologeria, le partecipate, creata perchè «l’esternalizzazione dei servizi pubblici è stata quasi interamente affidata a nuove società senza che il Comune si sia riservato alcun effettivo potere di indirizzo e controllo a tutela degli interessi pubblici». Inoltre «non sempre c’è stata un’analisi economica che evidenziasse la convenienza dell’esternalizzazione».


Anche in questo caso Abbonato assolve l’amministrazione Orlando: «Abbiamo già emesso una delibera che blocca il turn over nelle partecipate e farà diminuire in 5 anni il costo del personale. Sulle partecipate condividiamo l’allarme e stiamo lavorando per evitare che il buco travolga il Comune. Ma il problema delle partecipate è frutto solo della cattiva amministrazione. I vertici non sono stati all’altezza».


L'ASSESSORE ABBONATO: "ABBIAMO SCOLLINATO". «Il rischio dissesto del Comune di Palermo, così come  la fase più aspra della crisi sono stati superati. Abbiamo "scollinato", come si dice in gergo ciclistico. La relazione delle Corte dei Conti credo proprio voglia dire questo e ci aiuta anche nel percorso intrapreso». Lo ha detto l'assessore al Bilancio del Comune di Palermo, Luciano Abbonato in conferenza stampa a Palermo, per fare il punto insieme al sindaco, Leoluca Orlando e al vicesindaco Cesare La Piana sulla condizione di salute dei conti pubblici, dopo i rilievi della sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana per il triennio 2009-2011. Citando un passaggio della relazione, poi, Abbonato ha aggiunto: «La Corte, riprendendo l'intervento mio e del sindaco in occasione dell'ultima adunanza, scrive che "analizzando i dati contabili del rendiconto 2012, con riferimento al risultato significativamente positivo della gestione di competenza, si conferma l'efficacia delle misure di risanamento già adottate dall'EntE"».


«Siamo qui a discutere su tre anni, 2009, 2010, 2011, su cui non abbiamo alcuna responsabilità - sottolineato l'assessore - ma sui quali  per principio di continuità amministrativa ci facciamo carico, anche per dare le spiegazioni richieste dalla Corte. Per quello che riguarda gli aspetti legati agli equilibri finanziari diciamo che nel corso del 2012 abbiamo adottato una serie di misure e correttivi, che hanno portato a una significativa inversione di tendenza». «Non solo - ha concluso - abbiamo salvato gli equilibri ma avviato anche un percorso che ci dovrebbe portare in breve tempo in un' area di sicurezza, un'area cioè nella quale abbiamo messo definitivamente in sicurezza i conti del Comune».

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