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Via D'Amelio, Rita Borsellino: "Verità ancora negate"

PALERMO. «Mi chiedo cosa abbia portato, a un certo punto della storia, alla demonizzazione di pubblici ministeri e pentiti, alle fughe di notizie e mi chiedo anche se,
alla fine, i bravi giudici sono solo quelli che muoiono, mentre gli altri sembrano brutti sporchi e cattivi». Sono alcune delle domande poste dall'europarlamentare Rita Borsellino ai giornalisti Anna Petrozzi e Giuseppe Lo Bianco al dibattito sulle mancate verità a 21 anni dalla strage di via D'Amelio organizzato a Villa Niscemi.
«C'è stata una colossale operazione di mistificazione - ha detto Lo Bianco - prima mediatica e poi processuale, con le false rivelazioni del pentito Scarantino cui il pm Alfonso Sabella non diede alcuna credibilità. Perchè a Caltanissetta all'inizio, sin dal 1992, quelle dichiarazioni non vennero dichiarate carta straccia? Inoltre sembra si voglia far passare il fatto che se lo Stato decide di  trattare con la mafia  non sia un fatto penalmente rilevante, per cui la magistratura non ha il compito di indagare su questo».
Nel dibattito è intervenuto anche Leonardo Guarnotta, presidente del tribunale di Palermo. «Anche la corte d'Assise di Firenze ha detto che la trattativa è esistita e  che a prendere l'iniziativa fu lo Stato - ha detto Guarnotta -. Le sentenze si rispettano ma si possono criticare, e la sentenza che ieri ha assolto Mori dice che il fatto c'è stato ma non è
stato commesso con dolo. Uno Stato come il nostro che ha paura di conoscere la verità è senza futuro».

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