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Crisi del lavoro a Palermo, in 4 anni persi 46 mila posti

PALERMO. Fra il 2009 e il 2013 Palermo ha perso più di 46mila occupati, con un calo del 6,8 per cento soltanto nell'ultimo anno, in un contesto regionale in cui solo la provincia di Caltanissetta fa peggio. Inoltre, il 63,6% dei non occupati residenti a Palermo è laureato. Sono alcuni dei dati emersi dall'ultima rilevazione dell'Osservatorio economico della provincia di Palermo realizzato dalla Camera di Commercio di Palermo in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne di Roma e presentati oggi nel capoluogo siciliano. Secondo lo studio, che mostra un «quadro dalle caratteristiche emergenziali», le forze di lavoro nell'ultimo anno hanno subito un calo di oltre 5 punti percentuali. E se «i disoccupati provinciali nell'ultimo anno crescono solo dell'1% - si legge - ciò è dovuto all'aumento del bacino di inattivi», cioè quelle persone che hanno smesso di cercare una nuova occupazione. «Palermo è la terza provincia italiana per potenziale non sfruttato di giovani lavoratori fra i 15 e i 34 anni (36,9%), considerando sia i disoccupati ufficiali che gli inattivi. Inoltre, il 63,6% dei non occupati residenti a Palermo è laureato». Eppure, i giovani palermitani pur di lavorare sono molto flessibili: accettano norme contrattuali meno favorevoli e forme di mobilità territoriali che collocano per questo il capoluogo siciliano tra le prime 33 province italiane e in terza posizione nell'Isola. Inoltre, secondo il rapporto, Palermo risulta tra le prime 20 province italiane per disponibilità dei giovani ad avviare imprese e forme di lavoro autonomo.

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