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I pm: evitati tre omicidi

PALERMO. L'ultima operazione dei carabinieri di Palermo denominata Iago, che stanotte ha portato in carcere otto mafiosi del clan Porta Nuova, ha evitato una nuova guerra di mafia.
Secondo gli investigatori, dal carcere, il boss Giovanni Di  Giacomo avrebbe dato l'ordine al fratello Giuseppe Di Giacomo, ucciso lo scorso 12 marzo prima di poter portare a termine il compito, di ammazzare alcuni esponenti mafiosi che si stavano organizzando per assumere il comando del mandamento dopo l'arresto del padrino di Porta Nuova Alessandro D'Ambrogio. Tre i delitti programmati: quelli di Luigi Salerno, Giuseppe Dainotti e i fratelli Onofrio ed Emanuele Lipari.
"Per questo è stato necessario intervenire - ha detto Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo - Abbiamo dovuto eseguire i provvedimenti di fermo perché l'ordine era già stato impartito. Un ordine esecutivo. Non c'era tempo da perdere".
E la scorsa notte gli otto, ritenuti affiliati al mandamento di Porta Nuova, sono finiti in manette. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
«Caro Gianni la salute del bambino tutto bene, in un unico abbraccio ti siamo vicini». È il testo del telegramma, apparentemente innocuo, con cui Marcello Di Giacomo, fratello del boss detenuto Giovanni comunicava al familiare che tutto era pronto per la vendetta del terzo fratello, Giuseppe, ucciso il 12 marzo scorso a Palermo.  
Il particolare emerge dall'inchiesta Iago che oggi ha portato al fermo di 8 mafiosi del clan di Porta Nuova. Il telegramma è del 17 aprile e ciò, per gli inquirenti, prova come il progetto di morte fosse attuale. Tanto da indurre gli investigatori a disporre il fermo d'urgenza degli indagati.  
Le vittime dovevano essere Onofrio ed Emanuele Lipari ritenuti responsabili dell'uccisione di Giuseppe Di Giacomo. Da intercettazioni in carcere è emerso inoltre che il clan di Porta Nuova aveva la disponibilità di armi: un revolver calibro 38, una pistola calibro 9, un fucile a pompa e una mitraglietta.

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