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Istituti penitenziari, allarme del «Sappe»: situazione drammatica

SIRACUSA. «L’emergenza carceri c’è ancora adesso e non si possono chiudere gli occhi davanti a dati drammatici». È Donato Capece, segretario nazionale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria a lanciare l’allarme su quanto avviene negli istituti penitenziari sia della provincia sia di tutto il resto della penisola. A testimoniare una situazione che ha ormai raggiunto il limite sono i dati impietosi che riguardo le carceri. «Negli istituti italiani sono presenti 54 mila detenuti, a fronte dei 66 mila dell’anno scorso - ha detto Capece - e in servizio abbiamo 37 mila agenti di polizia penitenziaria. Solo questo dato fa chiaramente capire quanto sia delicata la situazione vissuta all’interno delle strutture».


La carenza di personale e le scarse condizioni di vivibilità sono così tra i problemi più grossi. «Non c’è dubbio che chi ha sbagliato debba essere punito - ha aggiunto Capece - ma a tutti devono essere garantite condizioni dignitose. E invece ci troviamo davanti a una situazione estremamente critica, a dati drammatici e a continui atti di autolesionismo, tentati suicidi e suicidi. Davanti a tutto questo bisogna obbligatoriamente reagire». Secondo quanto spiegato dal sindacalista, in Sicilia al 31 agosto le carceri ospitavano 6.100 detenuti, 470 dei quali solo in città. «Altro che emergenza superata - continua il segretario nazionale del sindacato -. Negli ultimi vent’anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato più di 16 mila tentati suicidi e impedito che quasi 113 mila atti di autolesionismo potessero avere gravi conseguenze».


Tutto questo viene però fatto in condizioni pessime. «Per fortuna - dice Capece - gli agenti svolgono quotidianamente il servizio in carcere con professionalità ma così non si può andare avanti. Servono provvedimenti concreti, non si può lasciare solo al sacrificio e alla professionalità degli agenti la gestione delle quotidiane criticità delle carceri». Ieri intanto, nuovo tentato suicidio a Cavadonna dove un detenuto straniero ha tentato di impiccarsi utilizzando una corda. Sono stati proprio gli agenti della polizia penitenziaria a intervenire tempestivamente impedendo che l’uomo, di origine marocchina, che avrebbe subito un grave lutto familiare solo pochi giorni fa, potesse togliersi la vita. «Per fortuna - ha concluso il sindacalista - l’insano gesto non è stato consumato ma l’ennesimo episodio è sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianità penitenziaria. Dall’inizio dell’anno sono stati cinquanta i detenuti morti in carcere e otto gli agenti che si sono tolti la vita».

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