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Trapani, chiude il Cio di Milo: al via gli interventi per renderlo più sicuro

TRAPANI. Milano o Bari. La destinazione degli oltre mille migranti ospitati al centro di identificazione ed espulsione di contrada Milo, all’estrema periferia di Trapani. Il Cie, infatti, chiuderà i battenti per i lavori di messa in sicurezza della struttura dove vengono ospitati i clandestini sbarcati lungo le coste della Sicilia occidentale e non solo. Gli interventi , per un importo complessivo di 664 mila euro, prenderanno il via tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo e dureranno otto mesi. Consisteranno, in particolare, nell’innalzamento dei muri per scongiurare il verificarsi di fughe e nell’eliminazione di tutti gli oggetti di ferro, trasformati, spesso, in armi. “L’obiettivo – ha spiegato il prefetto Leopoldo Falco – è quello di elevare il livello di sicurezza sia per gli ospiti, sia per tutti coloro che operano all’interno del centro”. Già in passato il Cie è stato teatro di rivolte e di fughe di massa. Da qui, pertanto, la necessità di intervenire per la realizzazione di quelle opere necessarie per rendere più sicuro l’immobile. Terminati i lavori, poi verrà affrontata la spigolosa questione relativa alla gestione del centro.
“Verrà affidato – assicura il prefetto Leopoldo Falco – ad una cooperativa che avrà i requisiti richiesti in maniera definitiva e non più soltanto per sei mesi”. Frattanto, oggi si celebra la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, istituita 100 anni fa, subito dopo lo scoppio della Grande guerra, da Benedetto XV. “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”, il tema scelto da quest’anno da papa Francesco.
“Il papa – dice il vescovo Pietro Maria Fragnelli – ci esorta a vincere la sfida dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati che attraversano, quotidianamente, i confini del nostro e di tanti altri Paesi. Sono uomini e donne, di ogni età, - aggiunge il capo della chiesa trapanese – che diventano una provocazione al nostro mondo vecchio e stanco: accoglierli è lottare insieme per una speranza coraggiosa. I cristiani – conclude – non si lascino rubare la speranza anche in questo campo: noi crediamo in un miglioramento della nostra vicenda sulla terra e nella possibilità di costruire una vera cultura dell’incontro e non dello scarto”. Infine, un appello ai fedeli: "Collaboriamo con la Caritas e tutte le istituzioni impegnate nella migliore accoglienza possibile ai fratelli migranti e rifugiati. Ad ogni parrocchia rivolgo l'invito a pregare e a promuovere una raccolta di offerte che non mancheremo di inviare all'Ufficio centrale della Migrantes".

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