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«Divorzio all’italiana» in salsa ragusana

Racconta i particolari e gli aneddoti del film di Pietro Germi, descritti dalle comparse dell’epoca: un viaggio siciliano nel set con Mastroianni e la Sandrelli

ISPICA. Divorzio all’italiana cinquanta anni dopo di nuovo nelle sale cinematografiche con la patina dell’oggi e lo sguardo all’ieri per sbirciare testimonianze e sedimentazioni. Il remake teatrale di Divorzio all’Italiana messo in scena lo scorso luglio nel centro storico di Ispica, l’ Agramonte di Germi, è diventato adesso pure un docufilm dal titolo «Divorzio all’italiana - Ispica da Oscar». Ad ospitare la prima oggi alle 18 proprio lo storico Cinema Diana di Ispica, città che Germi scelse per il suo capolavoro del 1961. L’evento è organizzato da Marco Ruffino, Giuseppe Santoro e Giorgio Caccamo dell’A.S.D Vespa Club Ispica.
«Il docufilm - spiegano gli ideatori - racconta i particolari e gli aneddoti del film di Pietro Germi, descritti dalle comparse dell'epoca che siamo riusciti a rintracciare e a queste testimonianze abbina la rievocazione in chiave teatrale della celebre pellicola che abbiamo realizzato questa estate con la direzione del regista Ruben Ricca, attivo in molti teatri europei, la scenografia di Bernard Leuchtenberger che, col suo talento artistico, è riuscito a riportare le lancette del tempo indietro di cinquant’anni e la partecipazione di oltre cento comparse selezionate in numerosi provini itineranti per creare capolavori veristi riecheggianti il casting de “L’uomo delle stelle”.
Il docufilm è anche il resoconto audio-visivo della rassegna «Divorzio all’italiana - Ispica da Oscar», che si è svolta il 26-27-28 luglio 2013, in occasione del cinquantenario dalla vittoria dell’Oscar di «Divorzio all’italiana», rassegna intensa di mostre, proiezioni e dibattiti che ha avuto un significativo successo non solo di pubblico, con più di 5000 presenze, ma anche di critica e i complimenti della figlia di Pietro Germi, Marialinda presente a Ispica».
Insomma un sapiente viaggio tra l’Ispica di “Divorzio all’italiana” degli anni Sessanta e quella dei giorni nostri, tra passato e presente, con uno sguardo al futuro del territorio. «La manifestazione è nata dall’intuizione - spiega Giuseppe Santoro - di poter promuovere l’immagine del nostro paese quale location di un film conosciuto in tutto il mondo, vincitore di un Oscar e, conseguentemente, poter trarre benefici attraverso futuri sviluppi legati al cineturismo, ossia quel flusso turistico legato ai set di film e fiction, che muove ogni anno moltissime persone nel mondo, con ricadute positive per l'economia».
«Man mano che passavano i giorni – racconta Marco Ruffino - abbiamo assistito a un crescendo rossiniano di entusiasmo da parte dei nostri concittadini, desiderosi di dare un contributo in termini di risorse umane, tempo e supporto economico. Con un pizzico d’orgoglio possiamo affermare che, con la collaborazione di tutti, organizzare una rassegna di grande impatto turistico - culturale, completamente finanziata da privati e senza spendere cifre considerevoli, è assolutamente possibile».
Dopo la prima di oggi, il docufilm, dedicato alla memoria di Salvatore Avveduto, una delle comparse del remake in chiave teatrale, recentemente scomparso, sarà visibile gratuitamente attraverso la piattaforma “youtube” (www.divorzioallitaliana.com) e potrebbe anche approdare all’Ischia Film Festival e al Festival del cinema di Taormina. Nei giorni 8-9-10 agosto 2014 il Vespa Club di Ispica organizzerà nel Val di Noto una rassegna in onore del centenario dalla nascita di Pietro Germi, con proiezioni pubbliche, cineforum, rappresentazioni teatrali sui film del regista, riapertura di palazzi storici e percorsi enogastronomici.
Ma di cosa parlava il film? Nell'ipotetica città siciliana di Agramonte vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè. L'uomo è coniugato da quindici anni con l'assillante Rosalia, una donna ormai bruttina ma ardente d'amore per lui. Nel frattempo, è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela. La legge italiana non ammette il divorzio, ma è ancora previsto il delitto d'onore, un caso di omicidio punito con pena più mite e molto frequente in Sicilia. Fefè tenta allora disperatamente di trovare alla moglie un amante, per poterli sorprendere insieme, ucciderli, usufruire del beneficio del motivo d'onore e - scontata la lieve pena - sposare finalmente l’amata. Che però una volta moglie, lo tradirà.

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