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Assenteismo, la riforma di cui non si parla

L’assenteismo alla Regione torna a salire. Difficile che sia un effetto della crisi economica. La recessione danneggia il portafoglio. Non anche la salute. Questa ripresa del fannullonismo, quindi, ha altre cause. Certamente i criteri di reclutamento e di promozione che hanno privilegiato la fedeltà politica rispetto al merito. La clientela al posto della competenza. I risultati si vedono. Una struttura amministrativa pesante e inefficiente.
Ma anche disonesta come emerge dalle denunce fatte dal presidente Crocetta a proposito dell'assessorato al Territorio (ne parliamo a pagina 4). È giunto il momento della svolta. Non si può ancora caricare sulle spalle dei siciliani il peso di una burocrazia lenta e del tutto incapace di svolgere adeguatamente le proprie funzioni. Sempre più spesso auto-referenziale perché impegnata solo a dare assistenza a se stessa. I cittadini vengono visti come fastidiose incombenze cui dedicare scarsa attenzione. E, comunque, sempre in maniera malmostosa.
Il problema non riguarda solo i ruoli di vertice. Il presidente Crocetta insieme con i suoi assessori ha avviato una crociata per abbattere l'incapacità e il malaffare che si nasconde dentro le scrivanie dei dirigenti e dei funzionari. Non a caso ha cominciato a decapitare diversi uffici trasferendone i vertici che occupavano la medesima posizione da decine di anni. Intuibile che, restando allo stesso posto per lungo tempo, si creano incrostazioni difficili da ripulire.
L'esplosione dell'assenteismo, però, dimostra che l'infedeltà al dovere non è solo appannaggio dei vertici. È una sorta di riforma etica di cui ancora non si parla. Ai gradini più bassi magari non rubano (forse perchè non ne hanno la possibilità?) ma sicuramente adottano atteggiamenti altrettanto trasgressivi come le assenze sistematiche. In fondo anche percepire uno stipendio immeritato è un furto. Per non parlare del danneggiamento nei confronti dei colleghi che invece lavorano.
A questo punto ognuno si assuma le proprie responsabilità. La politica e i partiti (per esempio, chiudendo per sempre la stagione delle assunzioni clientelari), ma anche le istituzioni, chiedendo il rispetto delle regole. Ma in questa battaglia sono i sindacati che si devono schierare in prima linea. Senza se e senza ma. Devono dire con chiarezza da che parte stanno: se da quella dei cittadini che hanno diritto ad un servizio efficiente o da quella dei fannulloni? Vogliono difendere il lavoro dei dipendenti onesti o coprire i finti malati e i certificati medici fasulli? Nell'ultima stagione della scorsa legislatura le componenti più responsabili del sindacato si sono distinte nella denuncia di affarismi e connivenze della politica. Ora devono andare avanti estendendo la bonifica all'interno della macchina. Un lavoro di pulizia per il quale tutti i siciliani per bene saranno riconoscenti.

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