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Parla il teologo: «Nessuno deve sentirsi abbandonato da Dio»

Don Alcamo: «Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato a dialogare anche su questioni così delicate. Ma i bisogni della gente non possono cancellare le norme»

Sulla famiglia si gioca la scommessa della Chiesa e un dibattito sincero, anche acceso, può solo dare buoni frutti. Ne è convinto don Giuseppe Alcamo, docente di Catechetica alla Facoltà teologica di Sicilia «San Giovanni Evangelista», ma per undici anni anche parroco della Cattedrale di Mazara del Vallo. Teologo, dunque, ma anche sacerdote impegnato nella pastorale attiva.

DON ALCAMO, SI STA ASSISTENDO A UNO SCONTRO DI OPINIONI FRA CARDINALI SUI TEMI DELL’AMMISSIONE AI SACRAMENTI DEI SEPARATI CONVIVENTI E DEI DIVORZIATI RISPOSATI. IL SINODO POTRÀ CAMBIARE LE POSIZIONI DELLA CHIESA SU TEMI COSÌ DELICATI E URGENTI PER LA GENTE?
«Le notizie di questi giorni dimostrano che esiste un dialogo ad alto livello e che la Chiesa non ha paura di dialogare, né vuole omologarsi su una singola posizione, ma è composta da persone libere che cercano la verità. Questa è una grande conquista del Concilio Vaticano II. Il fatto che sulla famiglia ci siano in programma tre grossi appuntamenti, vuol dire che si sta cercando qualcosa che va oltre».

IN BASE ALLA SUA ESPERIENZA, NON TROVA UNA LONTANANZA TRA CIÒ CHE DICE IL DIRITTO E I BISOGNI DELLA GENTE?
«L’aspetto giuridico non è in contrapposizione a quello pastorale. La legge è a servizio della vita, non si può capovolgere il rapporto. La contrapposizione esiste quando ci allontaniamo dal popolo di Dio, dalla vita delle persone. Dietro il divorzio, i matrimoni in crisi, c’è la sofferenza della famiglia, elemento da non sottovalutare. Bisogna sempre affermare il principio che la Chiesa non abbandona l’uomo che soffre. Il Papa vuole indicare la via della condivisione, il messaggio che Dio non abbandona. Bisogna ricercare una via che non faccia sentire nessuno abbandonato».

L'INTERVISTA COMPLETA NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA OGGI IN EDICOLA

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