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Da Tunisi a Palermo per conseguire doppia laurea

PALERMO.  Da  Palermo a Tunisi e viceversa  per conseguire il doppio titolo di laurea (o titolo congiunto) riconosciuto in Italia, in Tunisia e in tutta Europa. Venti studenti, dieci siciliani e dieci tunisini, sono stati selezionati per partecipare ad un programma di studio integrato tra Sicilia e Tunisia, a seguito di una convenzione firmata tra l'Università di Palermo  e quella «El Manar» di Tunisi.  Al termine della laurea magistrale  in Cooperazione allo sviluppo (che in Tunisia equivale al Master in inglese e relazioni internazionali) e in Teorie della comunicazione (che in Tunisia equivale al Master professionale in traduzione), i giovani potranno lavorare  come figure chiave tra le due sponde del Mediterraneo. Sono arrivati in Sicilia da qualche settimana  gli studenti tunisini che sono adesso alle prese con la realtà universitaria palermitana mentre un altro gruppo di studenti siciliani  varcherà il Nord Africa a breve per questo scambio tra atenei. «Rimarrò a Palermo per sei mesi -  racconta Marwa Ben Garrech,  24 anni,  che aspira alla laurea magistrale in Traduzione  arabo italiano e viceversa -  e quest'anno mi toccherà iniziare qui  il digiuno durante il mese di ramadan che sarà a giugno».  «Ogni mattina frequento l'università e sono impegnata nella traduzione di  un documento storico- culturale sul castello in stile islamico Maredolce che si trova a Palermo. siciliani e tunisini - conclude Marwa - hanno lo stesso sangue». Prosegue un altro studente tunisino Omar Saoudi, 23 anni  «Ho cambiato Paese, lingua e abitudini per raggiungere questo importante traguardo che spero mi aprirà nuove opportunità di lavoro. L'accoglienza della gente qui è simile a quella della Tunisia.  Anche i problemi  sono simili. L'auspicio è che la politica affronti queste difficoltà invece di nasconderle». C'è anche qualcuna che entrata a contatto con una cultura diversa cede alla nostalgia. «Rinuncio al doppio titolo perchè voglio tornare a casa presto  -  afferma Marwa Ben Ali - mi mancano troppo la famiglia e il mio Paese».  «Questa  convenzione - spiegano le professoresse Patrizia Spallino e Serena Marcenò, responsabili del programma di mobilità Italia-Tunisia -   rientra nel programma di internazionalizzazione dell'Università. Esistevano   esempi di questo genere soltanto con alcune università europee ma alla luce delle rivolte in Tunisia e nel mondo arabo si è fatta sempre più forte l'esigenza di nuove strategie con questi Paesi della sponda Sud». «Con la crisi attuale, inoltre, - concludono - le richieste di siciliani che scelgono di  andare a lavorare in Tunisia è sempre più forte. L'Università di Palermo fornendo queste figure specializzate potrà dare un supporto concreto».

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