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Palermo, sigilli ai negozi Bagagli: “Gestiti dai boss”

La direzione investigativa antimafia di Palermo ha sequestrato beni per un valore di oltre 16 milioni di euro

PALERMO. La direzione investigativa antimafia di Palermo ha sequestrato beni per un valore di oltre 16 milioni di euro. Sigilli sono stati apposti alle quote sociali e ai beni aziendali della società "Bagagli srl" con sede a Palermo, leader nel settore vendita di articoli "griffati" di pelle, scarpe, abbigliamento, accessori di abbigliamento, valigeria, con lussuosi punti vendita nel capoluogo siciliano, in provincia a Bagheria e a Catania.

Il tribunale di Palermo ha accolto la proposta della Procura della Repubblica per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, che riguarda i proprietari di una delle catene di negozi più chic di Palermo. I beni sequestrati appartenevano ad un boss della famiglia di "Palermo Centro", Salvatore Milano, e al suo prestanome, Filippo Giardina, entrambi di 60 anni.

Salvatore Milano, indicato come "uomo d'onore" storico della "famiglia" di Palermo Centro, già condannato per associazione mafiosa e sottoposto a misure di prevenzione personali, è in atto detenuto agli arresti domiciliari. Filippo Giardina viene considerato "soggetto socialmente pericoloso", in relazione alla sua vicinanza ad alcuni affiliati mafiosi, ed in particolare allo stesso Milano, per conto del quale si sarebbe intestato fittiziamente quote di alcune attività commerciali di fatto riconducibili a Cosa Nostra. A suo carico sono state raccolte anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che hanno delineato la sua figura ed il suo ruolo di prestanome. Gli inquirenti si sono avvalsi inoltre della documentazione scoperta al momento dell'arresto dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, in particolare dei cosidetti "pizzini".

Il sequestro ha riguardato le quote e il complesso dei beni aziendali della società Bagagli srl e Bagagli sas. Sono stati inoltre sequestrati 44 beni immobili tra appartamenti, magazzini e terreni; una rivendita di tabacchi; tre autoveicoli, una moto di grossa cilindrata; 26 rapporti bancari ed una imbarcazione di circa 20 metri di lunghezza, per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro. Secondo gli investigatori della Dia l'attività commerciale sarebbe stata frutto del riciclaggio di capitali provenienti da attività illecite.

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